Il Chianti è indubbiamente il vino più conosciuto e diffuso nel mondo, perfino più dello Champagne. Il Chianti DOCG viene prodotto nel cuore della Toscana, nell’area compresa fra le province di Firenze, Pisa, Pistoia, Prato e Siena, in zone collinari con ampi terrazzamenti e valli attraversate da fiumi e torrenti.
Più precisamente, il 24 Maggio 1924 trentatré produttori locali fondarono il Consorzio Gallo Nero per proteggere la denominazione del miglior vino Chianti ed il suo marchio sui mercati di tutto il mondo. Le attività promozionali, in collaborazione con gli enti pubblici interessati, si sono via via intensificate fino ai giorni nostri. Sono numerosi gli eventi organizzati dal Consorzio durante tutto l’arco dell’anno, per promuovere le tipicità locali e la cultura del vino, in Toscana e sui mercati internazionali.
IL CHIANTI E LE SUE ORIGINI
La produzione del Chianti sembra risalire al tempo degli Etruschi, sebbene solo nel 1800 arrivò la prima DOC (Denominazione di Origine Controllata), seguita nel 1967 dalla DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita).
Anche dopo il periodo degli Etruschi, la produzione del Chianti continuò abbondante durante l’Impero Romano, sopravvivendo alle distruzioni delle invasioni barbariche. Questo avvenne grazie ai monaci Benedettini di Vallombrosa che incitarono i popolani a curare le coltivazioni di vite, continuando così la produzione di vino e olio.
Il primo utilizzo della parola “Chianti” appare in una pergamena datata 790 con riferimento al territorio, mentre la si associa alla produzione di vino solo nel 913. Dall’anno 1000 in poi la cultura di uve esclusive e specializzate crebbe grazie a basse vigne organizzate in file ordinate.
Nel Medioevo, la vocazione della produzione del vino Chianti, seguendo gli insegnamenti dei monaci, ottenne il meritato riconoscimento: la prima produzione ufficiale venne inaugurata nel XII secolo. Nello stesso periodo, la nascita dei Comuni è connessa fortemente alla crescita continua della produzione di vino in quanto la vendita del vino costituiva un’importante risorsa, la quale rinforzava ricchezza, potere e il controllo sul territorio.
L’abitudine di bere vino si diffonde come l’andare a cavallo: da prodotto di élite diviene un prodotto di consumo popolare. Il vino inizia così ad arrivare in tutte le case, dal ricco al contadino, prevalentemente usato per aggiungere sapore all’acqua. In quel periodo il vino viene considerato una vera fonte di nutrimento e fonti storiche documentano che era persino usato come medicina per curare i malanni.
Come appare da documenti ufficiali, nel 1398 il Chianti era un vino bianco, molto differente dal quello che conosciamo oggi. Questo vino era noto per la sua freschezza e vivacità, qualità ottenute del processo di vinificazione adottato nel 1364 da Giovanni Durante e Roberto Guido Bernardi. Essi decisero di aggiungere uva passa per rimuovere le impurità e albumi d’uovo, mandorle e sale per schiarire il vino, mentre pepe e petali di rosa per dare una buona colorazione.
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